PASQUALE LOFFREDO
PARTE PRIMA, " Era una fumifera città rossa e nera ( la chiamavano Ferropoli) sovrastata da un cielo incandescente, pieno di lampi: si srotolava per chilometri fra strutture verticali e
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PARTE PRIMA

" Era una fumifera città rossa e nera ( la chiamavano Ferropoli) sovrastata da un cielo incandescente, pieno di lampi: si srotolava per chilometri fra strutture verticali e orizzontali,spiazzi, fasci di binari, carriponte lunghi sino a ottanta metri e oltre,neri cumuli di residui minerali, strade, colmate a mare, pontili, navi, lampioni, camion, gru alte come palazzi. Due milioni circa di metri quadrati di territorio con un volume di impianti pari a cinque milioni e mezzo di metri cubi, un tetro gigante che vomitava a mare venti milioni di litri all' ora di veleni: cloro,ammoniaca,solfuri,fenoli,idrocarburi. E forse altrettanti ne spediva in forma gassosa verso il cielo. Assieme a laceranti colpi di sirena. Il primo fischio sferzava l' aria alle sei e mezzo del mattino: tutta Bagnoli si svegliava di soprassalto. " ( La dismissione/Ermanno Rea)

La storia industriale di Bagnoli risale agli inizi del 1900 con la realizzazione dell‘ Ilva poi divenuta negli anni sessanta Italsider , insieme all’acciaieria si insediarono altre realtà industriali, quali Eternit, Cementir,Montecatini-Montedison. Inoltre in quegli anni fu costruita dalla stessa Ilva la colmata di mare (piattaforma di cemento e di loppa, materiale di scarto dell’ altoforno , la sua rimozione ritenuta fondamentale per l’avvio del processo di bonifica è oggetto da sempre di forti tensioni politico-economiche). Da importante sito turistico nel 1800 grazie all’ attività termale, ( le acque erano curative addirittura ritenute prodigiose) , paradossalmente è divenuta tra le più grandi aree industriali del sud; il compromesso lavoro- sviluppo- benessere, è stato devastante . Il prezzo da pagare alto in termini socio-ambientali. L‘elevato tasso di mortalità per malattie tumorali causato dal forte inquinamento , le forti speculazioni per il rilancio del territorio, lo stato di precarietà sociale e quindi l’ abbandono dell’area da parte della popolazione più giovane ha solo favorito collusioni tra poteri forti e mafie, incrementando la piaga dell’ illegalità attraverso traffici illeciti di ogni sorta. Infine la mancanza di informazioni il disinteresse ma soprattutto l abitudine ad assistere ad un quadro degenerativo in un clima quasi di omertà da parte di tutti , ha innescato un processo latente di rassegnazione e indifferenza. Quando si parla di Bagnoli si fa riferimento al piano di rilancio, denominato Bagnoli futura e alla ricostruzione di Città della scienza, importante centro di ricerca. In realtà viene messa in secondo piano la sua vera identità, alimentando in questo modo nei cittadini uno stato di frustrazione e delusione che sfocia in manifestazioni forti e in alcuni casi violente nei riguardi di uno stato assente reo più di tutti di aver abbandonato una parte della popolazione al suo destino . La voglia di riscatto è forte, Bagnoli ha un enorme potenziale per la storia per la cultura per il turismo, Bagnoli e il suo mare devono essere protagonisti come lo erano in passato, terra fertile e bella , porto di approdo di importanti civiltà .
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