PARTE PRIMA
La storia delle Salicelle nasce negli anni 80 con il terremoto che investì l ‘ Irpinia ed altri comuni del sud; Avellino Salerno Potenza i più colpiti, poi Benevento Caserta Napoli e Foggia. La legge 219/81 che prevedeva un piano di riqualificazione delle periferie di Napoli , in realtà si rivelò l occasione propizia per realizzare attraverso forti speculazioni , nuovi quartieri-rioni, al fine di accogliere soprattutto i senza tetto di Napoli, dando vita così ad un vero e proprio processo di mobilitazione, da parte di abitanti provenienti da periferie degradate , in nuove aree poste sempre ai margini di centri urbani, ma sottratte a progetti di rilancio e di riqualificazione edilizia degli stessi comuni di appartenenza. Il clima di forte contrasto tra la popolazione storica e quella nuova, composta da disoccupati, sfrattati, abusivi, ceti medio-bassi, ha favorito meccanismi discriminatori e di ghettizzazione. Questo è quanto accaduto con la realizzazione del quartiere le Salicelle terminato nel 1987 , serie di prefabbricati a schiera a corte e a torre, costruiti con materiale pesante destinato all'obsolescenza, pericoloso per l ambiente, e attraversato da grandi assi viari ( l’ asse Mediano collega la parte est con quella ovest di Napoli). Elevatissimo è il tasso di disoccupazione, notevole la presenza di ex-carcerati e di arresti domiciliari infine alto il grado di dispersione scolastica . Si tratta di vere e proprie colonie proveniente da diversi comuni di Napoli. La speranza di poter ottenere una nuova identità che desse loro dignità si rivelò utopia , ad essi inoltre si aggiunsero i senza tetto di Afragola cui era destinata una quota degli alloggi al fine di favorire il processo di integrazione; in realtà si assiste ad uno scenario drammatico e paradossale allo stesso tempo ; da una parte ci sono i nuclei abitativi decadenti destinati ai napoletani-abusivi-senzatetto….le torri, i nuclei chiamate case gialle, senza dimenticare campi rom e baracche abusive, dall'altro ci sono i parchi degli abitanti di ceto ritenuto più elevato rispetto alla popolazione del rione, recintati ben separati dal resto del quartiere con vere e proprie linee di confine. Il clima di indifferenza da parte delle istituzioni, la condizione di immobilismo e di degrado sociale culturale economico, ha reso quella parte del quartiere inerme anzi la condizione marginale cui è costretta a vivere è la normalità. La possibilità di realizzare forti profitti attraverso traffici illeciti di ogni sorta è l unica opportunità di sopravvivenza , la presenza dello Stato è solo simbolica lo Stato è rifiutato. Ragazzine già mamme, adolescenti sottratti alla scuola anzi costretti dagli stessi genitori per supportare attività malavitose dei forti clan camorristici, che vanno dal contrabbando di sigarette, alla prostituzione in molti casi minorile, dallo smaltimento illegale di rifiuti tossici, al traffico di stupefacenti per culminare con il controllo del territorio in virtù della collusione stato-mafie. Infine forte è la diffusione di piccole bande criminali senza controllo, libere di agire e di commettere reati di ogni sorta, emergono così giovani boss o aspiranti tali. Il prezzo è sempre lo stesso, faide sanguinose, e a pagare sono sempre i più deboli, le donne e i bambini cui viene negata la possibilità di vivere un infanzia diversa , cui viene tolta la possibilità di sognare e di aspirare ad un mondo e ad un esistenza giusta all'insegna della condivisione di ogni forma di benessere.